sabato 9 novembre 2019

140 giorni alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticater


140 giorni alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate

1 marzo 2020: a bassa velocità sui binari delle linee ferroviarie che hanno fatto la storia dei territori italiani.

Milano 7 novembre 2019 - Mentre la primavera sta per nascere, nella prima domenica di marzo in tutta Italia i riflettori si accenderanno sui territori da vivere in mobilità dolce lungo le preziose ferrovie dismesse, in occasione della coinvolgente Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, primo evento nazionale ad inaugurare la stagione outdoor in slow motion e giunta alla 13a edizione.
Concepito dalla Co.Mo.Do., ente indipendente del terzo settore nato per lo sviluppo della mobilità dolce nel tempo libero, e coordinato dalla DMO Mediterranean Pearls e dalla Società Italiana di Mobilità Dolce e Turismo Sostenibile (Simtur), l'iniziativa, in cui si intrecciano natura, archeologia industriale, sport e ruralità mediterranea, è diventata un must per gli appassionati del turismo outdoor.
L'evento va incontro alle aspettative di molte comunità locali che si attivano per la riconversione delle vecchie tratte ferroviarie dismesse come itinerari turistico-culturali o per la riapertura delle tratte ferroviarie sospese, e che chiedono di essere ascoltate, di sentirsi parte integrante di un sistema paese spesso centrato sulle grandi metropoli e dimentico delle migliaia di piccoli comuni e borghi.
La Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate rappresenta l'iniziativa di punta della Co.Mo.Do. che con Simtur sta varando un piano direttorio incentrato sull’importanza strategica del comparto del turismo sostenibile e della mobilità dolce quale mezzo di sviluppo economico.
Oggi il salto di qualità deve passare anche dalla messa a sistema delle ferrovie concesse, le cosiddette "minori" che molto hanno da offrire proprio perché messe a presidio di territori bellissimi e difficili, sui quali il treno ha rappresentato l'evoluzione e la liberazione dall'isolamento, ma dove le peculiarità agroalimentari, le tradizioni e gli stili di vita resilienti sono elementi attrattori eccezionali per un turismo sempre più esperienziale e alla ricerca di coinvolgimenti emotivi.
La Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate si dilaterà per altri 30 giorni dando vita al Mese della mobilità dolce (fino al 1 aprile) e inglobando eventi a piedi, a cavallo e in bici, portando a un ordito dinamico fra bellezza, paesaggio e storia. Non si tratta solo di rivendicare che il tessuto ferroviario esistente venga salvaguardato per garantire il trasporto locale: l'obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di un microsistema economico, sociale e culturale integrato nel rispetto di patrimoni naturalistici territoriali che migliorino la qualità della vita delle aree, al fine di tenere insieme la filiera circolare formata da istruzione, lavoro, cittadinanza, turismo e sviluppo.
La Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate sarà presentata a Roma il 15 novembre alle ore 12 nel corso della cerimonia di premiazione del Premio GoSlow presso la sede dell'Enit in via Marghera 2.
Centro Studi Co.Mo.Do. - Cooperazione Mobilità Dolce dal 2004
c/o Stazione Museo Ferroviario Spoleto-Norcia - via F.lli Cervi 10, 06049 SPOLETO - www.mobilitadolce.org
Coomitato tecnico-scientifico DMO Mediterranean Pearls - Simtur - www.mediterraneanpearls.it - www.simtur.it
Per Foto e interviste: press@officinekairos.it - Officine Kairòs Grandi Eventi- Milano
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Una ferrovia attraverso le Valli del Natisone da matajur.com



Le Valli del Natisone, all'inizio del secolo scorso, erano percorse da una linea ferroviaria. Questa linea, a scartamento ridotto, congiungeva Cividale del Friuli con Caporetto. La partenza del trenino da Cividale del Friuli, avveniva dalla località  "Barbetta"; l'arrivo era inizialmente a Sužid (qui siamo già in Slovenia, allora Impero Austro Ungarico). Il fatto che la linea ferroviaria terminasse in un paesino così piccolo come Sužid era giustificato da problemi di natura militare. La ferrovia fu costruita nel corso della Prima Guerra Mondiale, inizialmente per esigenze militari, per cui era pericoloso avvicinarsi troppo alla linea del fronte. La linea del fronte già dopo pochi mesi di guerra si era fissata in modo abbastanza stabile su quello che veniva chiamato "Tolminski Most o Testa di ponte di Tolmino". Questo fronte andava da Tolmino verso il Mrzli Vrh e verso il Monte Nero il quale dal mese di giugno del 1915 era però saldamente in mano agli Italiani. Pure il fiume Natisone verrà attraversato più volte dalla traccia ferroviaria. Bisogna dire che dei ponti ferroviari di allora, oggi non ne esiste neppure uno.





Qui vediamo l'ultimo tratto dove la ferrovia costeggia il fiume Natisone. Siamo poco prima della frazione di Robič, in Slovenia
In questo punto la ferrovia scorre tra il fiume e la strada.

 Ecco il treno al capolinea. Il paese sullo sfondo è Kred; in alto a sinistra Potoki. Dopo la fine del primo conflitto mondiale, l'Italia occupa militarmente questi territori e costruisce ancora un tratto di linea della lunghezza di 2.900 metri per raggiungere Caporetto.
 
Alla fine della guerra e dopo il completamento di un ulteriore tratto da  Sužid a Caporetto, la linea fu adibita a servizio civile. Venne data in gestione alla ditta Eredi Binetti di Cividale del Friuli che la tennero dal agosto del 1921 all'agosto del 1932. Dopo quella data la tratta venne chiusa e abbandonata definitivamente perché non redditizia. Nel periodo di funzionamento erano attive tre corse giornaliere per ogni senso di marcia. Queste toccavano 16 stazioni e precisamente: Barbetta, San Guarzo, San Quirino, Vernasso, San Pietro al Natisone, Sorzento, Ponteacco, Tiglio, Brischis, Pulfero, Loch, Stupizza, Poiana, Robič, Sužid, Kobarid-Caporetto.
Dalla partenza da Cividale del Friuli il treno si dirigeva verso le Valli del Natisone con un percorso simile a quello dell'attuale strada statale. Giunto a Ponte San Quirino, proseguiva verso Vernasso e qui attraversava una prima volta il fiume Natisone su un ponte parallelo a quello attuale dirigendosi verso est, attraversando cosi la prima parte del paese di San Pietro al Natisone. Poi proseguiva lungo la valle a ridosso della montagna su un percorso a tratti rialzato e costruito appositamente anche per evitare le piene del Natisone. Lungo questo percorso il treno attraverserà anche qualche piccolo tratto in galleria.