Express un lungo servizio nel numero di marzo della rivista.
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Storia del Trenino Rosso del Bernina
La linea del Bernina Express,
attualmente dalla storia ultracentenaria e inserita
dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, nacque nel 1881 a
seguito della proposta di introdurre una ferrovia che si inerpicasse
tra le intricate valli alpine al fine non soltanto di collegare i
centri principali di queste zone, ma soprattutto di potenziare
l’attività turistica che divenne poi il motore trainante
dell’economia di molte valli.
Per gli antenati visionari il progetto era chiaro:
la ferrovia del Bernina doveva servire, oltre che da
collegamento logistico della Val
Poschiavo e della Valtellina con l’Engadina e
il nord dei Grigioni,
anche da componente turistica. Il progetto doveva occuparsi di
cercare un tracciato economico ma sicuro che riuscisse a far emergere
il carattere turistico della ferrovia, rendendo visibile dal treno le
molteplici bellezze della zona (fra cui il massiccio del Bernina, il
Lago Bianco, il ghiacciaio di Palù e i mulini di pietra di Cavaglia)
nel modo più economico possibile, in quanto questi numerosi gioielli
si susseguono lungo il ripido itinerario, da nord a sud, in sole due
ore di viaggio.
Fino alla fine del 1800 il Bernina, che da sempre ha rappresentato un asse nord-sud cruciale per il trasporto delle merci e per il traffico fra Italia e Svizzera, era percorso dalle corriere che sfidavano le intemperie selvagge del passo e molto spesso, d’inverno, erano costrette a fermarsi perché la valicata era troppo pericolosa o impraticabile.
Fino alla fine del 1800 il Bernina, che da sempre ha rappresentato un asse nord-sud cruciale per il trasporto delle merci e per il traffico fra Italia e Svizzera, era percorso dalle corriere che sfidavano le intemperie selvagge del passo e molto spesso, d’inverno, erano costrette a fermarsi perché la valicata era troppo pericolosa o impraticabile.
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Storia Bernina Express: l’inizio del progetto
Le vivaci relazioni amichevoli e commerciali tra i
Grigioni e la Valtellina
resero necessario lo sviluppo di un metodo alternativo di trasporto
lungo il passo del Bernina: più rapido e moderno; in effetti, per
percorrere il collegamento tra Samedan e Tirano una diligenza a
cavallo impiegava ben nove ore. Fu il progresso tecnico, ovvero la
scoperta dell’energia a trazione elettrica per la ferrovia, a
permettere la nascita della linea del Bernina Express; infatti
l’ambizioso progetto della linea del Bernina poté prendere forma
esclusivamente grazie alla costruzione della centrale elettrica di
Brusio.
La tratta ferroviaria del Bernina Express, che sarebbe stata
inglobata dopo pochi anni dalla Ferrovia Retica,
avrebbe potuto così viaggiare sin dal primo giorno con l’energia
rinnovabile del Lago Bianco. Nella concessione per la linea del
Bernina è inoltre formulata espressamente, ancora oggi, la
condizione di fornire l’energia elettrica a condizioni convenienti
per il funzionamento dell’intera ferrovia.
Nel dicembre 1899 la ditta inglese General Water
Power Limited ottenne dal governo elvetico la concessione per la
costruzione della Ferrovia del Bernina, ma fu solo
nel 1902, con l’apertura del tronco ferroviario Sondrio-Tirano, che
iniziò a concretizzarsi l’idea di una ferrovia che da Saint
Moritz arrivasse a Tirano,
oltre alla possibilità di collegarsi con l’intera rete italiana e,
più in generale, europea. Nel 1905 venne indetto un referendum che
coinvolse le cittadine di Brusio, Poschiavo,
Pontresina e Saint Moritz, al fine di chiedere il favore o meno
all’opera da parte dei cittadini direttamente interessati. Con un
consenso quasi unanime da parte dei votanti, il nuovo progetto venne
presentato nell’inverno del 1905 e approvato dal Governo Centrale
il 2 marzo 1906. Solo due mesi dopo, i lavori per il Bernina Express
vennero inaugurati (1 maggio 1906) e in quegli anni la
regione compresa tra Tirano e Saint Moritz si trasformò in un
grande cantiere e lungo la linea sorsero ovunque baracche
per operai.
Alla costruzione della ferrovia parteciparono
oltre 3.000 operai, in gran parte italiani (soprattutto provenienti
da Sondrio, Bergamo, Brescia e Verona) attirati dai migliori salari
svizzeri, nonostante il lungo inverno del passo del Bernina, le
abbondanti nevicate e i repentini mutamenti climatici, anche in piena
estate, misero però a dura prova la loro resistenza.
Nella progettazione del lato nord della linea del
Bernina Express, la prima ad essere realizzata, gli ingegneri non
incontrarono grandi difficoltà fino all’Alp Grum. Uniche eccezioni
furono il gradino di Montebello, tra Morteratsch e Bernina Suot,
superabile con un tornante, e il percorso tra Pontresina
e Surovas che richiedeva la realizzazione di un percorso tortuoso e
con forti pendenze fino al 70‰. Dopo l’inaugurazione delle tratte
Pontresina-Morteratsch e Poschiavo-Tirano nel luglio del 1908, il
mese successivo seguirono l’apertura della Celerina Staz-Pontresina
e della Morteratsch-Bernina
Suot. Si dovette attendere l’anno successivo, nel luglio del 1909,
per vedere realizzate le tratte St.Moritz-Celerina Staz e Bernina
Suot-Ospizio Bernina, che andarono a completare la prima tratta tra
Saint Moritz e il Passo del Bernina, il culmine della linea.
Contrariamente al lato nord, il versante sud del
passo del Bernina creò notevoli problemi ai costruttori che
dovettero superare un dislivello di 1200 metri su una distanza
orizzontale di meno di 8 chilometri. Si dovette tracciare una linea
che garantisse la massima sicurezza rispettando però la pendenza
massima del 70‰ e un raggio minimo di 45 metri. A questo scopo tra
Alp Grum e Poschiavo si impose la costruzione di nove gallerie,
diversi ponti in pietra e tre viadotti con parapetto, mentre tra
Miralago
e Tirano, presso la stazione di Brusio, si dovette costruire
uno dei simboli odierni del trenino rosso del Bernina, un
doppio tornante e il suo viadotto elicoidale.
I lavori vennero completati, nonostante il freddo,
le difficoltà e gli incidenti sul lavoro, il 5 luglio 1910,
permettendo così l’apertura di tutta la linea. Lunga circa 60 km e
una pendenza del 70‰, integralmente ad aderenza naturale ed
alimentata a 1000V in corrente continua, il servizio del Bernina
Express era garantito da un gruppo di 17 elettromotrici costruite
dalla Alioth di Munchenstein. Pur essendo stata concepita come
ferrovia turistica con linee in funzione solo durante il periodo
estivo, già durante la costruzione della tratta ferroviaria del
Bernina Express si cercò di evitare i canaloni che nella stagione
invernale a causa di valanghe provocavano distruzione delle linee
aeree e danneggiamento dei binari.
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Storia Bernina Express: un treno di fama mondiale
Già nel 1912 la nuova ferrovia aveva acquistato
un’incredibile fama internazionale, infatti un ingegnere giapponese
di nome Handa visitò la Svizzera proprio alla ricerca di un
riferimento per la costruzione di una ferrovia nelle vicinanze di
Tokyo, alle pendici del Monte Fuji. Tale opera ingegneristica venne
effettivamente realizzata secondo lo steso principio della ferrovia
del Bernina e inaugurata nel 1919.
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Storia Bernina Express: in servizio tutto l’anno e un periodo di declino
Sempre nel 1912 in previsione dell’attivazione di un servizio anche durante il periodo invernale del Bernina Express, su pressione degli alberghi dell’Engadina e grazie alle loro sovvenzioni, la società ferroviaria ordinò due imponenti spazzaneve rotativi a vapore. Questo imponente investimento si rivelò necessario, così da evitare (come accadeva spesso nei primi anni di funzionamento invernale) che i viaggiatori, una volta arrivati ad Ospizio Bernina dovessero percorrere un pezzo in slittino o che, quando successivamente la tratta ferroviaria fu estesa fino ad Alp Grüm, i passeggeri dovessero essere portati fino a Cavaglia, lungo l’antica mulattiera, dove li attendeva il treno di collegamento; inoltre permise di evitare che il personale impegnato lungo la tratta dovesse spazzare via la neve a mano.
Gli impianti della ferrovia però non erano
adeguati all’utilizzo di spazzaneve così enormi, per cui si rese
necessaria la costruzione di piattaforme girevoli in parte coperte,
per consentire l’inversione del senso di marcia. Le stesse sono
ancora presenti ed utilizzate, in occasione di grandi nevicate,
presso le stazioni di Pontresina e Ospizio Bernina, mentre sono state
eliminate quelle di Bernina Suot, Alp
Grüm, Cavaglia e Poschiavo.
Fu solo nel 1913 che la Ferrovia del
Bernina Express entrò in funzione su tutta la linea, da
nord a sud, anche nei mesi invernali quando parecchi metri di neve
ricoprivano i punti più alti del tragitto. Dopo i primi periodi di
funzionamento, per garantire una maggiore sicurezza da slavine e
depositi nevosi, vennero realizzate alcune modifiche al percorso: la
curva della “Scala” tra Alp Grüm e Ospizio
Bernina venne sostituita con una linea diretta
sistemata su un terrapieno, furono corrette delle curve presso
l’Ospizio Bernina ed il tracciato sulle Alps da Buond venne rimosso
dalla strada che segue il Piz Lagalb e collocato sul fondovalle.
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale, a causa
dei combattimenti, si determinò un grave crollo nel numero dei
passeggeri che arrecò numerose difficoltà a questa piccola ferrovia
alpina. Questa situazione di estremo disagio durò fino al 1 gennaio
1942 quando la Ferrovia del Bernina entrò a far parte della Ferrovia
Retica.
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Storia Bernina Express: il nuovo millennio, il centenario e l’UNESCO
Potenziata negli anni la dotazione del parco
mezzi, grazie all’acquisto di nuove elettromotrici più potenti e
moderne, con l’arrivo del nuovo millennio la linea del
Bernina Express ha visto migliorare notevolmente la sua offerta
commerciale con servizi sempre più specializzati e volti a
sfruttare la sua vocazione turistica, migliorandone il confort di
viaggio. Nel 2000 infatti sono entrate in servizio le nuove
carrozze panoramiche costruite dalla Stadler Altenrhein, su
disegno Pininfarina, con una capacità di 34 posti nella classe
superiore e 44 nella seconda.
Negli anni il Bernina Express non hai smesso di
percorrere i 61 km e, man mano, ha perso sempre più “clienti
locali” a favore di turisti italiani e internazionali. Mentre un
tempo era l’unico mezzo per valicare il passo, oggi i
valposchiavini non lo usano praticamente più in quanto troppo lento…
infatti a 30 km orari ci vogliono due ore per valicare il Bernina,
quando in macchina bastano 45 minuti. L’attaccamento della
popolazione alla “loro” ferrovia non è però diminuito, anzi
probabilmente è andato crescendo (assieme all’orgoglio) da quando
il 7 luglio 2008 è stata insignita del titolo di
Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.
Dal luglio 2008, con l’ottenimento di questo
prestigioso riconoscimento, la ferrovia Retica e la stazione svizzera
di Tirano sono entrate definitivamente nella storia: la ferrovia più
alta d’Europa che unisce Tirano e Saint Moritz vede riconosciuta la
sua eccezionale valenza turistica.
Nel 2010 la linea del Bernina ha compiuto
cento anni: i festeggiamenti sono durati un anno intero,
lungo i 61 chilometri di binari e in tutte e quattro le stagioni, da
Val Poschiavo alla Valtellina sino all’Alta Engadina.
La linea ferroviaria ad adesione più ripida d’Europa e che porta
il nome della cima più elevata dei Grigioni, il Piz Bernina, non ha
perso nulla del suo fascino dall’entrata in funzione nel 1910. Al
contrario! Grazie al Bernina Express, rinomato in tutto il mondo, e
al riconoscimento come Patrimonio Mondiale Unesco, rappresenta oggi
una delle esperienze ferroviarie più ambite.
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