l'incontro nazionale delle Ferrovie delle Terre Alte, a Tirano e in Valposchiavo, dove corre il
Bernina Express.
L'idea è stata lanciata da Renzo Lupatin, editore e direttore della rivista La Vaca Mora.
Nel 1876 venne inaugurata la ferrovia
Vicenza-Schio, a scartamento ordinario, che costituì la spina
dorsale della rete ferroviaria dell’Altovicentino, tuttora in
esercizio. La linea era lunga Km. 32 e costeggiando le strade
provinciali prevedeva una stazione a Thiene, raccordo per la futura
tratta che portava ad Asiago, a Villaverla, sede di un’industria
laterizia in forte crescita, a Caldogno e a Motta. Alla stazione di
Schio furono realizzati anche il magazzino merci, la rimessa per le
carrozze e locomotive, l’officina per le riparazioni e i depositi
di carbone e di materiale d’armamento.
Si doveva poi progettare il collegamento
longitudinale del territorio che prevedeva la linea:
Torrebelvicino-Schio-Rocchette–Arsiero , completamente in
pianura e ai piedi delle montagne, e la linea
Thiene-Chiuppano/Caltrano-Rocchette–Asiago, un tratto in
pianura e l’altro in montagna. Quasi tutte le brevi tratte
ferroviarie erano costruite a scompartimento ridotto.
La
“vaca mora” era adibita non solo al trasporto passeggeri
contribuendo al successivo sviluppo del turismo, ma anche al
trasporto in pianura del marmo rosso e legname di cui l’Altopiano
era ricco.
Soprattutto due realizzazioni valsero a questa tratta la fama della “più ardita e alta d’Italia”, opere importanti ed impegantive come la costruzione di un ponte sospeso a 70 metri sul torrente Astico, costituito da tre arcate in muratura di 60 m. e travata unica a traliccio in ferro della lunghezza di 92 metri per una lunghezza complessiva di 152 metri; ed inoltre la realizzazione di un tratto a cremagliera, da Cogollo del Cengio a Campiello, per consentire il superamento di un dislivello di quasi 700 metri, con una pendenza media di 11,5% e punti di massima di 12,5%, in appena 6,6 Km di ferrovia.
Soprattutto due realizzazioni valsero a questa tratta la fama della “più ardita e alta d’Italia”, opere importanti ed impegantive come la costruzione di un ponte sospeso a 70 metri sul torrente Astico, costituito da tre arcate in muratura di 60 m. e travata unica a traliccio in ferro della lunghezza di 92 metri per una lunghezza complessiva di 152 metri; ed inoltre la realizzazione di un tratto a cremagliera, da Cogollo del Cengio a Campiello, per consentire il superamento di un dislivello di quasi 700 metri, con una pendenza media di 11,5% e punti di massima di 12,5%, in appena 6,6 Km di ferrovia.
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